Dopo la penitenza di adattamenti manga che ho trovato complessivamente malriusciti,ho deciso che era finalmente arrivato il momento di dedicarmi alla lettura delle opere minori della Austen,ed è stato quello che ho fatto,buttandomi sull'edizione Newton Compton nella collana Grandi Tascabili Economici,che raccoglie il romanzo epistolare Lady Susan ed i due incompiuti I Watson e Sanditon,nella traduzione di Daniela Paladini e con prefazione a cura di Ornella De Zordo,che si era occupata di redigere la prefazione anche di Mansfield Park all'interno della stessa collana,oltre ad aver curato l'edizione nella collana I Mammut sempre per la Newton Compton della raccolta dei sei romanzi del 'canone' austeniano
(L'abbazia di Northanger, Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park, Emma,Persuasione).
La prima cosa da dire è che di minore secondo me questi romanzi hanno solo il fatto di essere opere giovanili (Lady Susan) o incompiute (I Watson e Sanditon),perchè per il resto la penna dell'autrice si riconosce eccome,così pure il seme di romanzi che non avrebbero affatto sfigurato accanto agli altri,o almeno,per i due incompiuti,io ho trovato motivo di gran rammarico che chi per una ragione chi per l'altra,siano rimasti ad uno stadio presumibilmente molto precoce della loro stesura.
Quanto a Lady Susan,è in pratica la versione inglese e light de Le relazioni pericolose,ed è anche quello che mi è piaciuto meno (sempre di più del romanzo di de Laclos comunque,d'altronde non ci voleva neanche molto),malgrado fosse il più compiuto dei tre,forse per via della forma epistolare che in genere non mi è molto congeniale (anche se proprio ultimamente ho avuto per le mani Papà Gambalunga,che invece mi è piaciuto molto),e nonostante come detto degli altri due non fosse purtroppo dato di giudicare,vista l'insufficienza del materiale su cui ragionare e fondare un giudizio più serio ed articolato,quindi non resta altro che rammaricarsi che la Austen ci abbia lasciato così presto.
Al momento sono alle prese anche con la lettura del saggio di Beatrice Battaglia sull'opera della Austen,anche se sono solo alle prime battute,e non posso quindi sbilanciarmi in considerazioni sull'opera nel suo complesso:sicuramente è un contributo importante per il filone degli studi e dei lavori italiani sull'autrice,devo confessare però di averlo finora trovato un po' troppo accademico e rivolto esclusivamente o quasi ad una cerchia abbastanza ristretta di studiosi e ricercatori,il che come già detto va benissimo,d'altra parte può succedere che un profano decida di voler approfondire magari per semplice curiosità personale alcuni aspetti più letterari delle opere austeniane,ed a mio avviso non è molto bello propinargli questo compendio di citazioni da altri studi,tutti rigorosamente in inglese,e che rimanda una sensazione piuttosto netta di una conversazione un po' annoiata ed anche alquanto snob tra addetti ai lavori.
La divulgazione peraltro non è un obbligo,ed è comunque una capacità che non appartiene a tutti.
Quanto a Lady Susan,è in pratica la versione inglese e light de Le relazioni pericolose,ed è anche quello che mi è piaciuto meno (sempre di più del romanzo di de Laclos comunque,d'altronde non ci voleva neanche molto),malgrado fosse il più compiuto dei tre,forse per via della forma epistolare che in genere non mi è molto congeniale (anche se proprio ultimamente ho avuto per le mani Papà Gambalunga,che invece mi è piaciuto molto),e nonostante come detto degli altri due non fosse purtroppo dato di giudicare,vista l'insufficienza del materiale su cui ragionare e fondare un giudizio più serio ed articolato,quindi non resta altro che rammaricarsi che la Austen ci abbia lasciato così presto.
Al momento sono alle prese anche con la lettura del saggio di Beatrice Battaglia sull'opera della Austen,anche se sono solo alle prime battute,e non posso quindi sbilanciarmi in considerazioni sull'opera nel suo complesso:sicuramente è un contributo importante per il filone degli studi e dei lavori italiani sull'autrice,devo confessare però di averlo finora trovato un po' troppo accademico e rivolto esclusivamente o quasi ad una cerchia abbastanza ristretta di studiosi e ricercatori,il che come già detto va benissimo,d'altra parte può succedere che un profano decida di voler approfondire magari per semplice curiosità personale alcuni aspetti più letterari delle opere austeniane,ed a mio avviso non è molto bello propinargli questo compendio di citazioni da altri studi,tutti rigorosamente in inglese,e che rimanda una sensazione piuttosto netta di una conversazione un po' annoiata ed anche alquanto snob tra addetti ai lavori.
La divulgazione peraltro non è un obbligo,ed è comunque una capacità che non appartiene a tutti.
Confesso di non aver mai letto le opere minori dell'autrice ç___ç
RispondiEliminaTi dirò,io desideravo leggerle da tempo,sono contenta di averlo fatto,e tornando indietro lo rifarei,è inutile negare però che l'incompiutezza pesa eccome.
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