Non sempre mi va di recensire quello che leggo,oggi però ho ritenuto di propinarvi le mie considerazioni a proposito dell'ultimo libro letto in ordine di tempo.
My rating: 2 of 5 stars
Mi diverte sempre leggere la Soncini,in questo caso però devo dire di aver trovato questo libello ampiamente superfluo,sia perchè molto più risicato di quanto considero accettabile,sia perchè non ha mutato di una virgola la mia opinione a proposito dell'invasione di cuochi,programmi di cucina,pubblicazioni a tema,ricette,menù ed ingredienti improponibili proposti invece con estremo sussiego,tutorial e annessi e connessi che subiamo inermi e anzi apparentemente deliziati da un po' di anni in qua,ovvero che ci siamo lasciati abbindolare in una maniera che se ce l'avessero prospettata solo pochi anni prima avremmo considerato semplicemente ridicola,prima ancora che impossibile,e siamo entrati con grande allegria in un tunnel di stupidità e insensatezza onestamente inaccettabili.
Ormai per dire ho anche paura ad avventurarmi nella lettura di un romanzo,perchè è praticamente sicuro che farà capolino l'anima gourmet del protagonista,di volta in volta con gli sdilinquimenti estatici dei vari Montalbano,Malinconico,Zucchini,Carvalho ('chè il rincitrullimento collettivo purtroppo non è un fenomeno esclusivamente nazionale),ecc...
E io mi chiedo,da quando in qua si suppone e anzi si pretende che io lettrice sia interessata a sorbirmi il menù dei pasti dei personaggi invece di una trama possibilmente degna di qualche ora del mio tempo?
Sarò io ad essere eretica,probabilmente,ma a me di quel che mangiano i personaggi dei libri che leggo non importa un beneamato accidente,così come di quel che fanno tra le lenzuola,dacchè,udite udite,si tratta di attività che pratichiamo con una certa assiduità un po' tutti (almeno per quanto riguarda la prima,che è poi l'argomento della presente discussione),perdipiù rese mediamente in modo piuttosto piatto ed incolore e si direbbe senz'altro scopo che di allungare un brodo in qualche caso già abbastanza insipido.
E dopo questo giretto solo leggermente fuori traccia,mi riallaccio alle considerazioni su questo libello,estendibili comunque ad una quota rilevante del panorama editoriale attuale:mi rendo conto delle aspettative un po' esagerate,ma non sarebbe il caso di darsi alla scrittura solo nel momento in cui si ha qualcosa da dire,possibilmente d'interessante?
Poi sì,fa sorridere,del divertito sconcerto o dello sconcertato divertimento che il fenomeno mi provoca assieme però ad un'insopprimibile insofferenza,ma non dice niente di nuovo neanche per me che dei cuochi e dei ristoranti citati conosco solo Cracco,per via della pubblicità alle patatine;ma per lo stesso motivo penso sia più famoso Rocco Siffredi...
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