domenica 27 novembre 2011

H2


Trama: Hiro Kunimi è un ragazzo comune sotto tutti i punti di vista,eccetto che per la sua grande passione e per il grande talento nel baseball,talento per il quale si era fatto notare alle scuole medie ,quando giocava col ruolo di lanciatore insieme ai suoi amici,Hideo Tachibana,battitore,e Atsushi Noda,ricevitore.
Al momento d'iscriversi alle superiori però,mentre Hideo e la sua ragazza Hikari,amica d'infanzia e vicina di casa di Hiro,si iscrivono al Meiwa,famoso proprio per i brillanti risultati ottenuti dal club di baseball della scuola,Hiro e Noda scelgono di proposito un istituto privo del club di baseball,e questo perchè ad entrambi un medico ha diagnosticato seri problemi fisici,che avrebbero potuto compromettere gravemente la loro salute se avessero continuato a dedicarsi al loro sport preferito;in seguito però i due scopriranno che il medico in questione era una ciarlatano,e che in realtà stanno entrambi benissimo,quindi grazie anche all'aiuto e all'entusiasmo di una ragazza di nome Haruka si daranno da fare per costituire anche nella loro scuola un club di baseball,riuscendoci infine malgrado le molte difficoltà iniziali.
I campioni del Meiwa e del Senkawa,il battitore Hideo Tachibana e il lanciatore Hiro Kunimi,hanno così la possibilità di sfidarsi sul campo,sfida che li vedrà impegnati non solo sul piano sportivo.

Manga e anime: H2 è un manga shounen scritto ed illustrato da Mitsuru Adachi;pubblicato dal 1992 al 1999 sulla rivista Shonen Sunday della Shogakukan,successivamente raccolto in 34 volumetti,pubblicati in Italia da Star Comics dal settembre 2001 al giugno 2004;nel 1995 è stato adattato in una serie anime di 41 episodi,andati in onda dal 1 giugno 1995 al 21 marzo 1996 sulla rete televisiva TV Asahi per la regia di Hidehito Ueda,e sceneggiato da Aya Matsui,Kuniaki Yamashita e Nobuaki Kishima.
La serie avrebbe dovuto essere trasmessa anche in Italia alla fine degli anni '90 con un adattamento a cura di Mediaset e col titolo Momenti di gloria,ma non è mai andata in onda.
Nel 2005 il manga è diventato anche un live action,intitolato H2-Kimi to Ita Hibi,diretto da Yukihiko Tsutsumi,e andato in onda dal 13 gennaio al 30 marzo 2005 sul canale TBS,per 11 episodi complessivi,inediti in Italia.


Ed eccomi qui,a spendere due paroline su questo manga del 'Sommo' (alias Mitsuru Adachi),forse l'unico dell'autore per il quale l'aggettivo 'sportivo' è quasi appropriato,ovviamente in senso molto lato,e laddove in generale tale aggettivo a mio avviso è usato largamente a sproposito per descrivere la produzione di questo autore,ciò nonostante ricorrendo assai di frequente,e perlopiù in senso denigratorio.
A me pare una sintesi estremamente riduttiva,ed anche un po' superficiale,perchè il fatto che ci siano delle persone in divisa schierate su un campo non significa automaticamente che lo sport sia l'elemento centrale della storia,quando magari il fulcro narrativo è rappresentato da qualcosa di completamente diverso,com'è vero quasi sempre per l'appunto nel caso dei manga di Adachi.
Anche H2,che è indubbiamente la serie dell'autore in cui lo sport ha una dimensione più marcata,al punto da diventare quasi caratterizzante,al fondo in effetti vorrebbe parlare di tutt'altro,anche se in questo caso forse l'intento si perde un po',in quello che per una volta è davvero uno spazio eccessivo riservato all'aspetto sportivo,che finisce per soffocare o comunque per appesantire la storia vera e propria,della quale la mia supersintesi non rende adeguatamente conto di un fattore assolutamente determinante,ossia gli intrecci sentimentali.
Lui ama lei,lei ama l'altro,ma forse anche lui,e l'altra ama lui....Chiaro no?
No?
Ok,lo ridico meglio.
La storia ruota intorno a quattro personaggi principali:il protagonista,Hiro Kunimi,asso del Senkawa,l'amico di questi,Hideo Tachibana,battitore principale del Meiwa,la fidanzata di costui nonchè amica d'infanzia di Hiro,Hikari Amamiya,e la manager del club di baseball del Senkawa,Haruka Koga;i quattro sono al loro primo anno delle superiori,e fin dalle prime battute,e poi via via con sempre maggiore chiarezza,emerge che  l'idea portante della serie è quella del rimpianto e del passato che non ritorna.
Hiro è rimasto un bambino nell'aspetto,negli atteggiamenti e negli interessi un po' più a lungo rispetto ai suoi coetanei,e nel mentre la sua amica d'infanzia Hikari,più matura,ha cominciato ad interessarsi,ricambiata,di uno dei suoi amici,Hideo Tachibana,e i due hanno finito col fidanzarsi;non molto tempo dopo,anche Hiro è cresciuto,ed i due amici d'infanzia e compagni di giochi per la prima volta cominciano a vedersi l'un l'altro con altri occhi e in un'altra prospettiva,rendendosi però anche conto che riconsiderare ruoli e decisioni non è così facile,o forse addirittura impossibile,perchè ormai altre persone coi loro sentimenti e altrettanto care sono coinvolte.
Il tutto a mio avviso sarebbe stato molto ma molto intrigante,anzi per quanto mi riguarda lo è stato in ogni caso,ma lo sarebbe probabilmente stato di più se solo non fosse stato annacquato da uno sproposito di baseball;pur essendo questo uno sport di cui non capisco un'acca,e neanche m'interessa capirci qualcosa in realtà,in altre serie (dicasi Touch su tutti) non mi aveva disturbato minimamente,nè l'ho avvertito come una presenza invadente,perchè (egregiamente) funzionale alla storia,eppure in termini quantitativi il livello era all'incirca analogo;in Touch avevamo partite che duravano pagine e pagine,in H2 pagine e pagine di partite,si nota la differenza?
Forse a mancare è stata proprio l'epicità dello scontro,perchè in definitiva era chiaro per tutti che l'unica partita veramente importante sarebbe stata l'ultima,e se sul campo tutto si riduce agli ultimi tre lanci,allora quattro (quattro!) tornei Koshien sono veramente troppi,anche se per la gran parte le numerose partite sono state ridotte veramente all'osso,il che d'altra parte ha fatto sì che il lettore non si sentisse partecipe all'azione,e avesse invece la sensazione di leggere di volume in volume sempre le stesse cose,e così quando i famosi tre lanci sono finalmente arrivati,la tensione emotiva per essere stata così a lungo dilazionata era ormai praticamente sparita.
Eppure si tratta di una serie che ad una rilettura successiva mi sono trovata a rivalutare,forse proprio per l'amarezza di fondo,perchè non esistono scelte che non comportano sofferenza,e minimizzare la quota di quest'ultima per ciascuno a volte è il miglior risultato che è possibile conseguire,e non è sempre possibile stabilire una gerarchia chiara e decidere quale sentimento debba avere la precedenza tra amore,amicizia,fiducia,stima,rispetto,ecc,perchè tutti importanti e necessari.

2 commenti:

  1. H2 alla prima lettura, mi aveva lasciata abbastanza perplessa.
    L'ho trovato meno 'emotivo' di altri suoi manga sportivi; i personaggi non mi sembrano coì travagliati come un Tatsuya o un Kou e a volte mi è come parso che Adachi calcasse un po' troppo la mano su questo quadrilatero amoroso (in fondo fanno ancora le superiori!). Ciò comunque non toglie che tutti siano descritti bene e che Hiro sia un ottimo protagonista.
    Lascia un po' l'amaro in bocca il finale (avevo una mezza idea di prendere a testate Adachi XD).

    Però rileggendolo, l'ho rivalutato...sarà che in tutte le salse me lo si proponga, a me Adachi piace, anche quando impiega volumetti su volumetti per portare a termine una partita XD

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  2. Sul finale di questo manga si è verificato uno strano fenomeno,perchè quando l'ho riletto mi sono resa conto di ricordarmelo completamente diverso...
    Escludendo che si sia ridisegnato a mia insaputa,l'unica conclusione possibile è che la prima volta avevo lavorato un (bel) po' di fantasia,e sicuramente il finale che abbiamo lascia un bel po' perplessi (cioè,benedett'uomo,lo sappiamo che Hiro e Haruka finiscono insieme,ma cosa ti costava sprecare qualche vignetta e renderci sicuri della cosa,senza far fare alla povera Haruka la misera figura della ruota di scorta?),ma la rilettura ha avuto soprattutto il merito di farmi rivalutare i personaggi,in particolare Hikari,che la prima volta avevo derubricato quasi immediatamente alla voce 'gattemorte'.

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